normative funerarie

Come pianificare un funerale

COME PIANIFICARE UN FUNERALE.

Non è sicuramente una delle cose più piacevoli e divertenti delle quali parlare, ma pianificare in anticipo un funerale è un’abitudine che sta diventando sempre più frequente. Il motivo principale è quello di riuscire a conoscere a mente fredda i costi di questa eventuale cerimonia, senza ritrovarsi davanti a spiacevoli sorprese al momento di saldare i conti. Soprattutto in tempi economicamente difficili come questi, non è male avere già un’idea di quanto si dovrà spendere in questi delicati momenti che, purtroppo, fanno comunque parte della nostra vita.
Davanti a una scomparsa, le persone direttamente più coinvolte avranno senza dubbio più difficoltà a valutare obiettivamente delle proposte. Anzi, solitamente, si tende a scegliere la prima che capita, perché comunque non si ha ne’ la voglia ne’ il tempo di contattare più agenzie funebri. Devo dire che questo, ad Alfonsine, capita di rado, ci si conosce e quasi sempre le famiglie hanno già un’impresa funebre fidelizzata.
Pianificare un funerale in anticipo, comunque, non è poi così tanto difficile. Bisognerà prima di tutto contattare l’impresa di fiducia o varie agenzie funebri, per riuscire ad avere una visione più ampia.
Avendo più preventivi sotto mano, e avendo soprattutto la lucidità di un momento relativamente più tranquillo, si potranno fare le opportune valutazioni.
È bene verificare inoltre che i preventivi siano completi e dettagliati, in modo da sapere esattamente cosa e quanto si paga.
Organizzare in anticipo un funerale può significare anche realizzare una cerimonia più consona ai desideri e le volontà della persona malata, o semplicemente anziana.
Sia che si voglia organizzare il proprio funerale o quello di un caro, bisognerà chiedersi che tipo di cerimonia occorra preparare, decidere in anticipo come disporre il corpo, se con la classica tumulazione, inumazione o attraverso il processo della cremazione.
Anche in questo ultimo caso si dovranno richiedere informazioni sui costi e modalità, (l’argomento l’abbiamo abbondantemente esposto in precedenza).
Oggi è possibile organizzare dei veri e propri funerali prepagati, che consistono nella stipula di un contratto tra un cliente e un’agenzia di pompe funebri, la quale si impegna a realizzare il funerale concordato in un momento futuro.
Questo accordo prevede il pagamento anticipato da parte del cliente, che quindi non avrà queste preoccupazioni nel momento della perdita di un caro.

Fenati Giorgio

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Come la crisi ha modificato la mentalità nel settore funerario.

Come la crisi ha modificato la mentalità nel settore funerario

Pubblicato: 18/04/2016

Molto estero poca Italia

Due settimane fa a Bologna si è conclusa la fiera di Tanexpo. Alla manifestazione dell’arte funeraria hanno partecipato poche realtà nazionali mentre sono state coinvolte tante aziende provenienti dall’estero. Proprio quest’ultimo dato è significativo e fa capire come il buiness legato a questa fiera non sia più un’esclusiva italiana, lasciando sempre più spazio ad aziende internazionali.

Una mentalità che cambia al passo coi tempi

Al di là di questo dato che mette in cattiva luce l’eccellenza italiana, da sempre famosa in tutto il mondo, il settore funerario è  in forte evoluzione. Basti pensare alla nascita di nuovi social network dedicati ai defunti, o ai tanti prodotti che soddisfano le richieste più bizzarre, come chiavette usb a forma di bara, urne cinerarie a forma di pallone da calcio o di lampada o addirittura a forma di orologio. È interessante vedere come l’evoluzione tecnologica sta cambiando la mentalità di molte aziende del settore, l’ultima novità arriva dagli ideatori di siti per manifesti informatici, il mio sito ne è l’esempio pratico, collegandovi, potete inviare le condoglianza alla famiglia  ed è una cosa che sta prendendo molto risalto. Se usciamo dal lato internet, possiamo notare come abbia preso piede la concezione di trasformare le ceneri del proprio defunto in un diamante. Sono già molte le aziende che hanno preso parte a questo business, una di questo è Mevisto, un’azienda austriaca che fonde insieme pietre dure con le ceneri del defunto (umano o animale che sia) e si ottiene un bellissimo gioiello.  Anche il business legato al culto della morte del mondo animale è aumentato considerevolmente creando una nuova area di mercato nel settore della funeraria.

L’aumento delle cremazioni incide

Stando infatti alle parole di Alessandro Bosi, segretario nazionale della FENIOF, nonostante gli evidenti problemi legati alla crisi, il volume degli introiti si aggira intorno ai 2 miliardi di euro, “se si considera che nel 2013 i morti sono stati 601 mila (dati ISTAT), ed il costo medio del funerale è attorno ai 2500-3500 euro”.

A fronte di un costo medio dei funerali sostanzialmente stabilizzatosi  nell’ultimo triennio, corrisponde invece una sensibile implementazione delle richieste di cremazione (pratica che, nel caso di affidamento delle ceneri ai familiari o in caso di dispersione, a fronte di un costo del funerale analogo a quello delle altre pratiche funerarie quali inumazione e tumulazione, consente di evitare i costi connessi alle concessioni cimiteriali). Basti pensare che al 2014 le richieste sono aumentate del 15% rispetto al 2012, passando da 101.778 a 117.956.

Dai dati provvisori del 2015 si nota come ci sia stato un incremento nel numero dei decessi e quindi un conseguente aumento degli introiti, si registra infatti un aumento di 53.000 unità portando il numero dei defunti a 650 mila.

Quindi in conclusione è vero che il volume d’affari degli anni scorsi strettamente legato al rito del funerale è diminuito , ma stanno aumentando notevolmente le società che vogliono investire in questo settore creandosi nuove aree di business e nuove opportunità legate al ricordo dei defunti.

Tratto da sito specifico del settore funerario.

Fenati giorgio

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Come si costruisce un autofunebre? Approfondiamo l’argomento.

COME SI COSTRUISCE UN AUTOFUNEBRE? Approfondiamo l’argomento.

Nessun produttore di automobili italiano produce carri funebri in catena di montaggio. Non lo fanno neppure Mercedes Benz, Chrysler, Jaguar o Volvo.
La maggior parte dei carri funebri è realizzata artigianalmente. È il frutto dell’abilità e della maestria di lunghe tradizioni di carrozzieri, meccanici, tappezzieri e progettisti che, quasi a mano, utilizzano i telai di modelli di auto di serie e le elaborano, tagliandole, allungandole e aggiungendovi tutti i componenti adatti per trasformarle in auto funebri (fregi, imbottiture, portellone, ecc).
Anni fa, c’era qualche affinità tra costruzione di auto funebri e costruzione di ambulanze, tanto è vero che spesso entrambe le tipologie di mezzi venivano allestiti partendo dalla base degli stessi veicoli. Con il tempo, i costruttori di carri funebri hanno gradualmente abbandonato questa via, orientandosi su modelli di automobili di maggior pregio: negli anni 60 e 70 il top erano le grosse berline Fiat, che allora rappresentavano il meglio del mercato automobilistico. Oggi i modelli preferiti dai costruttori sono quelli marchiati Mercedes-Benz, ma anche Lancia o Maserati.
Ma come si fa a trasformare queste automobili in carri funebri?
Nella maggior parte dei casi si parte da mezzi semi-completi. Prima di iniziare la lavorazione, l’impianto elettrico dell’auto e tutti i condotti del carburante vengono rimossi. Successivamente, lavorando in dima, il telaio del mezzo viene tagliato ottenendo due metà: quella anteriore e quella posteriore.
Il passo del mezzo può essere così allungato sulla base delle esigenze di progettazione. Dopo di che le due metà vengono unite tramite prolunghe longitudinali rinforzate. Trattandosi del telaio del mezzo, la buona riuscita di questa fase della lavorazione è fondamentale.
Successivamente vengono  rimontati l’impianto elettrico e il circuito di alimentazione, e vengono ricostruiti i fondi.
La carrozzeria viene rimontata tramite pannelli fatti su misura e riverniciata.
Ma la lavorazione non termina qui: un grande numero di componenti interni ed esterni deve trovare posto nel mezzo prima che possa essere pronto per il collaudo finale: il dispositivo interno per il carico del feretro, con i relativi dispositivi di sicurezza, i rivestimenti del padiglione, le tende.

Per dare un’idea del cambiamento che subisce un’auto, esempio, una Mercedes classe E berlina, che ha un costo base di oltre  50,000 Euro, va a finire a circa centomila euro + IVA, parlando di autofunebre  base, parlando di Maserati o limousine Mercedes si può andare a finire ben oltre i duecentomila euro.

Fenati Giorgio

 

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Esumazioni ordinarie

ESUMAZIONI ORDINARIE

Dal 22 di febbraio fino metà marzo di quest’anno, nel campo di inumazione A nel nostro cimitero, ci sarà un bel po’ di trambusto causa le ESUMAZIONI ORIDINARIE.

Come ho già detto e descritto nell’articolo che riguardava le Esumazioni, dal 22 febbraio, cominceremo a togliere le tombe poste sopra i tumuli dei defunti per poi procedere all’operazione di esumazione vera e propria, perciò, le tombe verranno prima poste ad adeguata distanza dal tumulo di competenza, una volta che l’operazione sarà andata a buon fine o meno, la tomba verrà o posizionata sul nuovo tumulo (in caso di trasferimento di indecomposto) nel campo C, o nel caso sia andata oabuon fine o a cremazione, la tomba, che diventa MACERIE verrà gettata nello scarrabile fornito dal comune e portata alla discarica.

A qualcuno viene da dire: che spreco! Ma perché gettare delle tombe che sono ancora in buono stato?

E’  possibile, dietro richiesta, per le famiglie in difficoltà, facendone richiesta scritta al sindaco, di ottenere l’uso di una tomba usata ed in buono stato da posizionare sul tumulo di un defunto inumato nel nostro cimitero o di un parente del defunto stesso.

In quel caso, il costo si riduce di molto, infatti, c’è solo da fare la lapide nuova e posizionare la tomba sul tumulo risparmiando il costo della tomba stessa.

Fenati Giorgio

 

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Autopsia virtuale…

Nelle riviste mediatiche del mio settore ho trovato questa curiosità, sarà il futuro?

Le “nuove” frontiere della medicina.

L’autopsia virtuale è un esame medico molto diffuso all’estero, infatti è preferita a quella standard perchè è  notevolmente più veloce, poco invasiva, più attendibile e riduce la percentuale di errori umani. A differenza degli USA questa pratica in Italia è ancora poco utilizzata, un po’ per mancanza di fondi e un po’ per la mancanza di personale qualificato a condurre questa tipologia di esame, ma sono poi le due facce della stessa medaglia.

Tuttavia l’Asl di Torino 4 ha dichiarato di voler sfruttare a pieno regime questa nuova tipologia di autopsia attraverso la creazione di un gruppo di lavoro ad hoc, il quale, stando alle parole del direttore dell’istituto sanitario, nel corso degli anni ha acquisito una preparazione notevole grazie a dei corsi effettuati all’estero.

Funzionamento e vantaggi

Ma come funziona l’autopsia virtuale?

Questo esame medico viene eseguito tramite una tecnica particolare che fonde la TAC multistrato e un software precisissimo che trasforma le immagini radiologiche in immagini 3D. In questo modo il corpo del defunto può essere analizzato in modo non invasivo e con grande precisione, tanto da capire immediatamente la causa della morte. L’autopsia virtuale permette di analizzare zone del corpo umano che tramite il semplice bisturi sarebbe impossibile raggiungere. Inoltre evitando l’utilizzo di simili strumenti in zone così complicate si riduce di molto il rischio di compromettere il cadavere. Questo tipo di autopsia porta vantaggi anche in termini di tempistiche: rispetto alle 4-5 ore dell’autopsia convenzionale a quella virtuale basta una sola ora per fare una scansione completa del corpo del defunto. Un altro vantaggio che dà è quello di poter immagazzinare i risultati in server dedicati e possono essere rivisitati facilmente a distanza di anni.

Alla domanda del perchè l’autopsia virtuale non è ancora stata presa abbastanza sul serio in Italia il primario risponde così: “questione di formazione del personale, e quindi di costi, specie se si tratta di creare èquipe partendo da zero. Fortunatamente non è il nostro caso”.

Staremo a vedere come va a finire…

Fenati Giorgio

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Detrazione spese funebri, cosa cambia.

DETRAZIONE SPESE FUNEBRI

Cosa cambia.

Le spese  funebri  sono  detraibili  nella  sostanza  del  19%  fino   € 1550,00 delle spese sostenute a prescindere dall’importo totale.

Questo è così da molto tempo.

La legge di stabilità in corso, ha modificato 2 cose sostanziali che sono: le spese funerarie le possono detrarre, non solo più i parenti  entro  un  certo  grado  ma  chiunque  paghi  il  funerale   (sempre come persona fisica con codice fiscale), e questo viene incontro alle persone tipo i conviventi o parenti tipo i cugini che non potevano detrarre.

La seconda cosa è invece più tecnica, il 28 di febbraio dell’anno dopo la fatturazione, le aziende sono obbligate a trasmettere per via telematica gli importi ed i dati fiscale del pagante, cosa comporta questo?

Il fatto che quando andate a fare la denuncia dei redditi e vi viene detto che per qualche motivo non potete detrarre l’importo dovuto (di solito è per basso reddito del detraente), come imprese non possiamo più cambiare l’intestazione del detraente come si faceva senza alcun problema fino lo scorso anno.

Perciò, mi raccomando, se sostenete delle spese funebri e non siete certi della vostra situazione fiscale andate ad informarvi presso il vostro CaaF prima di fatturare.

Fenati Giorgio

 

 

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Come si costruisce un autofunebre? Approfondiamo l’argomento.

COME SI COSTRUISCE UN AUTOFUNEBRE? Approfondiamo l’argomento.

Nessun produttore di automobili italiano produce carri funebri in catena di montaggio. Non lo fanno neppure Mercedes Benz, Chrysler, Jaguar o Volvo.
La maggior parte dei carri funebri è realizzata artigianalmente. È il frutto dell’abilità e della maestria di lunghe tradizioni di carrozzieri, meccanici, tappezzieri e progettisti che, quasi a mano, utilizzano i telai di modelli di auto di serie e le elaborano, tagliandole, allungandole e aggiungendovi tutti i componenti adatti per trasformarle in auto funebri (fregi, imbottiture, portellone, ecc).
Anni fa, c’era qualche affinità tra costruzione di auto funebri e costruzione di ambulanze, tanto è vero che spesso entrambe le tipologie di mezzi venivano allestiti partendo dalla base degli stessi veicoli. Con il tempo, i costruttori di carri funebri hanno gradualmente abbandonato questa via, orientandosi su modelli di automobili di maggior pregio: negli anni 60 e 70 il top erano le grosse berline Fiat, che allora rappresentavano il meglio del mercato automobilistico. Oggi i modelli preferiti dai costruttori sono quelli marchiati Mercedes-Benz, ma anche Lancia o Maserati.
Ma come si fa a trasformare queste automobili in carri funebri?
Nella maggior parte dei casi si parte da mezzi semi-completi. Prima di iniziare la lavorazione, l’impianto elettrico dell’auto e tutti i condotti del carburante vengono rimossi. Successivamente, lavorando in dima, il telaio del mezzo viene tagliato ottenendo due metà: quella anteriore e quella posteriore.
Il passo del mezzo può essere così allungato sulla base delle esigenze di progettazione. Dopo di che le due metà vengono unite tramite prolunghe longitudinali rinforzate. Trattandosi del telaio del mezzo, la buona riuscita di questa fase della lavorazione è fondamentale.
Successivamente vengono  rimontati l’impianto elettrico e il circuito di alimentazione, e vengono ricostruiti i fondi.
La carrozzeria viene rimontata tramite pannelli fatti su misura e riverniciata.
Ma la lavorazione non termina qui: un grande numero di componenti interni ed esterni deve trovare posto nel mezzo prima che possa essere pronto per il collaudo finale: il dispositivo interno per il carico del feretro, con i relativi dispositivi di sicurezza, i rivestimenti del padiglione, le tende.

Per dare un’idea del cambiamento che subisce un’auto, esempio, una Mercedes classe E berlina, che ha un costo base di oltre  50,000 Euro, va a finire a circa centomila euro + IVA, parlando di autofunebre  base, parlando di Maserati o limousine Mercedes si può andare a finire ben oltre i duecentomila euro.

Fenati Giorgio

 

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vasi e porticati al cimitero

VASI E PORTICATI AL CIMITERO

Nei giorni scorsi, un articolo di un nostro concittadino apparso sul Carlino, mi ha stimolato su questo problema ed ora dico quello che penso.

Il signore in questione, si è lamentato del fatto che ben due piantine di Stella di Natale ed un vaso di porcellana che lui aveva collocato sul selciato, davanti la lapide dei sui cari erano sparite. Lamentandosi con il custode dell’accaduto, è emerso che il “ladro” era il custode che faceva rispettare il regolamento del cimitero. A quel punto, si lamentava del fatto che per molti anni nessuno gli aveva detto nulla e che per Natale serve un po’ di elasticità.

Dovete sapere che molti anni fa (inizio anni 90),  c’era assoluta libertà di posizionare i fiori davanti le lapidi, ed in particolar modo nel periodo dei santi era un vero tappeto di fiori, alcune famiglie avevano addirittura posizionato delle vasche pesantissime in marmo.

Quale operatore all’interno del cimitero vi dico che era un problema non indifferente, perché?

Tutte le volte che c’era da fare una sepoltura, smontare o montare una lapide c’era da spostare tutto ciò che era appoggiato sul lastricato, poi, regolarmente arrivava il proprietario che si lamentava di questo, poi, se si rompeva qualcosa o non veniva rimesso com’era erano lamentele, al punto che alcune famiglie venivano chiamate a spostare i loro fiori e poi rimetterli a posto.

Poi, arriva il problema della sicurezza, le scale con le ruote, se le usi bene ok ma se ti sbilanci un po’ perché “non ci arrivi” si ribaltano e più di una volta si è rischiato l’infortunio.

C’è poi un altro aspetto dell’appoggiare i fiori sul selciato , ovvero, se ho i miei cari in prima fila, ho il selciato a mia disposizione e gli altri? Sono forse i più sfigati?

Poi, dal 2000, sempre per motivi di sicurezza sono vietate le mensole e le lapidi interne ove appoggiare i vasi, direte: perché? Che fastidio danno? Provare andare al cimitero durante una burrasca di bora e ve ne renderete conto.

Alcune deroghe ci sono. Oltre che il periodo dei santi che è libero per tutti, durante tutto l’anno, alla salma appena deceduta, si possono lasciare i copri bara, i cuscini, mazzi e quant’altro, poi alcuni vasi fino il posizionamento della lapide (30-40 gg circa)

A quel punto la deroga decade.

In fine, questo tipo di regolamentazione, per quello che ne so è in vigore in tutti i cimiteri del territorio.

Fenati Giorgio

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CREMAZIONE facciamo chiarezza

CREMAZIONE

Facciamo chiarezza

Nei giorni scorsi è riemersa una chiacchera che mi fa arrabbiare, ogni tanto saltano fuori le seguenti dicerie e voglio, una volta per tutte sfatarle.

Quando una salma giunge al forno crematorio, va di norma depositata nel magazzino refrigerato e batteriologicamente controllato. All’atto della cremazione, siano o meno presenti i parenti, la bara viene spostata dal predetto magazzino al locale adiacente preposto alla preparazione della bara per la cremazione che consiste nel togliere la targhetta con i dati del defunto che verrà successivamente posta sull’urna e saldamente fissata con viti o rivetti e sigillata con adesivi antimanomissione. Vengono poi tolte le maniglie ed eventuale croce, vengono inoltre tolte le viti di chiusura del coperchio escluse 2 (onde evitare il prematuro spostamento del coperchio stesso) e così preparata la bara viene inserita nel forno crematorio.

Vengono accesi i bruciatori e la bara va in combustione compreso il contenuto.

Dopo circa 2 ore non rimangono che le ossa sbriciolate, i chiodi di fissaggio delle assi componenti la bara e le 2 viti. Il tutto, utilizzando un rabiello, viene messo in una cassa di ferro con la targhetta di riconoscimento. Una volta che il contenuto si è raffreddato, viene posizionato e lavorato come segue: viene messa l’urna al di sotto di un grande imbuto che è posto a sua volta sotto un mulino (tipo cestello da lavatrice) che contiene delle pietre e delle calamite, e viene fatto girare. Il risultato è che dai fori del cestello, le ceneri passano nell’urna ed i chiodi su attaccano alle calamite.

In definitiva, perciò, la BARA VA BRUCIATA CON LA SALMA e le ceneri del legno volano fuori per la turbolenza che si crea e vanno nei filtri di recupero.

Gli accessori che sono stati tolti vanno al rottamatore che li manda in fonderia, NON vengono riutilizzati dalle imprese funebri, se ciò accadesse sarebbe un illecito penalmente perseguibile.

Perciò, per piacere, smettiamo di raccontare cose false, dicendo addirittura di avere assistito a questi eventi.

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luci votive

LUCI VOTIVE

Nel nostro cimitero come in tanti altri, sulle tombe dei nostri cari defunti ci sono le luci votive.

Cosa sono? Sono le lampadine elettriche sempre accese all’interno di lampade attaccate alla lapide o tomba del nostro caro.

Fino a qualche anno fa, quasi tutti mettevano la luce votiva sulla tomba, poi, vuoi il costo (30 euro circa) vuoi che spesso sono bruciate e la gente dice che pagare la luce per non averla non ha senso.

Veniamo al dunque. Intanto per avere la luce va fatta domanda all’ufficio Urp del nostro comune, l’allaccio che si paga solo una volta, costa euro 20,53 ed il canone annuo è di euro 25,90 per ogni lampadina.

Considerando che il problema delle luci spesso spente era un problema conosciuto da anni e di difficile soluzione, inoltre, visti anche i costi di consumo, il comune, che gestisce questo servizio, si è ora dotato di luci a led, costano di più ma la durata delle lampadina è decisamente molto superiore di quelle ad incandescenza e la luce che emettono è anche più intensa e bella.

C’è da dire che comunque non verranno cambiate tutte in blocco ma al bisogno, quindi, QUANDO ANDATE AL CIMITERO E LA LUCE E’ SPENTA, dovete comunicarlo al custode (dal lunedì al sabato dalle 8 alle 12,30) o all’Urp che provvederanno ad informare l’elettricista.

Ci tengo a precisare che l’elettricista, per quanto si possa impegnare non può riuscire a sapere quali sono le lampadine bruciate se non aprendo la lampada, visto che moltissime nel tempo sono state disattivate, quando apre trova solo 2 morsetti di sicurezza, diventa un lavoro inutile e dispendioso, perciò, serve la vostra collaborazione.

Nel campo a terra (inumazione), a parte alcune file che erano collegate, non c’è più impianto elettrico, esistono però delle luci a led con pannellino fotovoltaico e batteria che si possono inserire nelle lampade, questo vale anche per le lapidi, perciò, se vi interessa questa soluzione ne possiamo parlare.

Fenati Giorgio

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